I Dodici passi
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I Dodici Passi di Familiari Anonimi sono i Principi guida del nostro recupero personale.
I Dodici Passi sono un programma Spirituale proposto per aiutarci a riconquistare la pace mentale e la serenità perdute nel trattare con i familiari o amici dipendenti. È uno schema di pensieri progressivi che ci insegna a sviluppare modi di vivere più sani e felici. Studiando ed applicando alle nostre vite I dodici Passi impariamo un modo migliore di vivere.
I Dodici Passi non sono un programma Religioso. Il nostro programma è aperto a tutti, indipendentemente dalle diverse fedi religiose o mancanza di esse. Il riconoscere, comprendere e accettare un “Potere Superiore” è, per ciascun membro, una scelta strettamente personale e privata. Ogni persona progredisce nei propri tempi e nei propri modi.
Elaborare I Dodici Passi ci permette di vivere confortevolmente, nonostante i problemi irrisolti, e spesso di rimuovere gli ostacoli al recupero di coloro che ci hanno condotto in questo programma.
Noi abbiamo trovato che il nostro successo in questo programma è determinato da quanto bene accettiamo e applichiamo i seguenti passi suggeriti:
1° PASSO: "Noi abbiamo ammesso di essere impotenti di fronte alle droghe e alle vite di altre persone e che le nostre stesse vite erano divenute incontrollabili"
Quando cominciai a studiare il programma dei Dodici Passi, pensavo che essere incapace di controllare la vita del mio familiare fosse un mio fallimento. Ma se riesaminavo tutti i tentativi fatti ed il loro risultato inconcludente, mi diventava chiaro che non avevo il controllo sul mio caro e che stavo perdendo anche il controllo su me stesso. Non ero un fallito ma una persona indifesa e sincera che si ostinava a combattere contro qualcosa al di sopra del suo controllo.
Quando, finalmente, ho accettato la realtà – che il mio amato e solo lui poteva cambiare il suo comportamento – ho cominciato a capire il Primo Passo. Ho accettato che la vita del mio familiare appartiene a lui ed a nessun altro, la mia vita appartiene a me.
La pace del mio animo dipende dall’ammettere la mia impotenza nei confronti degli altri e nel mettere in atto la capacità di cambiare me stesso.
2° PASSO: "Siamo giunti a credere che un potere più grande di noi potesse ricondurci alla ragione"
Una volta ammessa la mia impotenza sono pronto ad accettare un Potere Superiore al quale rivolgermi per la ricostruzione del mio equilibrio emotivo.
Ho sentito altri nel mio Gruppo che sono giunti a credere ad un Potere Superiore e vedo come sono sereni e fiduciosi.
Con l’aiuto di un Potere Superiore più grande di me potrò cambiare il mio modo di vedere le cose ed a quel punto potrà cominciare il mio recupero. Voglio smettere di contare solo sulle mie forze ed affidarmi ad un Potere più grande.
3° PASSO: "Abbiamo preso la decisione di affidare la nostra volontà e le nostre vite alla cura di Dio, così come noi possiamo concepirlo."
Mi sono finalmente affidata al mio Potere Superiore. Finora Gli avevo chiesto: “Fa che smetta di drogarsi”. “Fa che si comporti in modo responsabile”. “Fagli cambiare vita”.
Adesso prego il mio Potere Superiore perché mi mostri la via e mi dia la forza di seguirla.
Ho così provato un grande senso di liberazione. Questo ha significato scaricare un terribile fardello ed iniziare a vivere la mia vita, un giorno alla volta, con la sicura consapevolezza della cura amorevole del mio Potere Superiore. Ho fatto tutto il possibile per il mio caro, salvo affidare la sua vita alla sua responsabilità ed al suo Potere Superiore. Ora c’è speranza sia per lui che per me.
4° PASSO: "Abbiamo fatto un inventario morale, profondo e coraggioso di noi stessi".
È piuttosto semplice vedere gli errori degli altri. Non è altrettanto facile analizzare il mio comportamento, ma proprio per questo l’esame di esso, delle mie attitudini e dei miei ideali può avere una grande influenza sul mio recupero.
Lo scopo del Quarto Passo è quello di arrivare a fare un ritratto fedele di me stesso.
Mettendo in luce i miei pregi, alla fine sono stato capace di ammettere anche i miei difetti e di rendermi conto che erano questi la causa della mia infelicità.
5° PASSO: " Abbiamo ammesso davanti a Dio, di fronte a noi stessi e di fronte ad un altro essere umano la natura esatta dei nostri torti."
Quando ammetto i miei errori davanti al mio Potere Superiore, davanti a me stessa e davanti ad un’altra persona, mi rendo conto che le mie manchevolezze non mi hanno reso meno degna ma semplicemente umana. Accettare le mie debolezze e imperfezioni mi ha permesso di capire, senza giudicare o condannare, gli errori e le fragilità degli altri.
Sono perfino in grado, condividendo alle riunioni di Familiari Anonimi le mie esperienze sbagliate, di aiutare gli altri a liberarsi dai loro sensi di colpa, poiché tutti abbiamo fatto errori simili.
6° PASSO: " Siamo giunti ad accettare senza riserve che sia Dio ad eliminare questi difetti di carattere".
Il pensiero di rimuovere i miei difetti di carattere mi spaventava, dopo tutto erano comodi e familiari. Se li avessi eliminati, cosa sarebbe rimasto del vero me?
Alla fine vidi l’assurdità di questo pensiero e capii che non dovevo risolvere il Sesto Passo tutto in una volta. Potevo scegliere di eliminare, con l’aiuto del mio Potere Superiore, solo uno o due difetti e continuare nel mio progressivo recupero. Avrei avuto molti domani per eliminare il resto.
Oggi voglio eliminare un difetto che posso eliminare, sapendo che se aspettassi di essere in grado di rimuoverli tutti in una sola volta, non potrei iniziare mai.
7° PASSO: "Gli abbiamo umilmente chiesto di rimuovere le nostre insufficienze."
Nei Passi precedenti feci il mio inventario personale e lo condivisi; raggiunsi la decisione di fare in modo che il mio Potere Superiore eliminasse i miei difetti di carattere; ora, nel Settimo Passo, presento i miei difetti riconosciuti al mio Potere Superiore e umilmente Gli chiedo di eliminarli. Non è così facile come sembra. Per molti anni sono rimasta ancorata a queste cattive attitudini ed ero convinta che erano tutte giustificate e contraddistinguevano la mia personalità.
Ora so che posso sostituire i difetti con le buone qualità e lavoro per sentirmi a mio agio con i miei veri sentimenti.
8° PASSO: " Abbiamo fatto una lista di tutte le persone che abbiamo offeso ed abbiamo deciso di fare ammenda verso tutte queste persone."
Al principio non capivo perché, essendo stato io il principale danneggiato dalla tossicodipendenza del mio familiare, avrei dovuto fare ammenda verso altri. Poi però mi sono reso conto di avere io stesso danneggiato più di una persona. Mi ero concentrato sul tossicodipendente a scapito degli altri membri della famiglia. La mia ansietà mi poteva aver fatto trascurare gli impegni nei confronti del coniuge, di un amico o del datore di lavoro. Mi resi conto di aver danneggiato soprattutto me stesso. All’apice di questa malattia della famiglia ero diventato l’ombra di me stesso, avevo abbandonato tutte le cose che erano necessarie per rendere la mia vita degna di essere vissuta ed ero imprigionato nell’ossessione sulla dipendenza del mio familiare. Devo fare molte ammende sia a me stesso che agli altri. Sarà un grosso impegno.
9° PASSO: "Abbiamo fatto direttamente ammenda verso queste persone ogni volta che è stato possibile, eccettuati i casi in cui fare ciò avrebbe potuto recare danno a loro o ad altri."
Lo scopo di fare ammenda è duplice. In primo luogo desidero trasmettere alle persone che ho danneggiato il mio desiderio di essere in armonia con loro. Non voglio ripetere gli errori del passato. In secondo luogo ho la necessità di essere consapevole di aver fatto, con prudenza, tutto il possibile per poter rimediare ai miei torti e di non dover più portare il fardello della colpa per le mie azioni passate.
Uno dei modi migliori per fare ammenda è quello di migliorare il mio comportamento verso gli altri, dimostrando un calore ed un rispetto particolare proprio per quelli che – per qualsiasi motivo – avevo trattato con poca gentilezza ed onestà.
Oggi voglio cercare il momento ed il luogo giusto per fare delle ammende.
10° PASSO: "Abbiamo continuato a fare l'inventario personale di noi stessi e, quando ci siamo trovati in torto, lo abbiamo subito ammesso."
Le parole “abbiamo continuato” mi ricordano che questo Passo deve essere seguito su una base continua e giornaliera.
La parola “personale” significa che la sola persona a cui si rivolge questo Passo sono io. Devo fare la valutazione di me stessa, non di un’altra persona.
“Inventario” è il resoconto della giornata. Alla fine di ogni giorno faccio il riepilogo di ciò che ho realizzato, degli errori che ho commesso e di come è necessario procedere.
La seconda parte del Passo mi chiede di ammettere i miei errori il più presto possibile. Posso ammetterli con me stessa, con il mio Potere Superiore e, se è il caso, con la persona danneggiata.
Oggi voglio usare il mio inventario quotidiano per aiutarmi ad applicare alla mia vita i Dodici Passi.
11° PASSO: "Abbiamo cercato con la preghiera e la meditazione di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, così come possiamo concepirlo, chiedendogli solo di farci conoscere la sua volontà e di darci la forza di eseguirla."
Con questo Passo ho spostato l’attenzione dalla mia preoccupazione per la vita di altre persone, inclusi i miei cari, verso ciò che avviene nel profondo del mio essere spirituale.
Invece di usare le mie energie per indurre altri a comportarsi secondo le mie aspettative, invece di pensare al mio Potere Superiore come ad un esecutore dei miei desideri, ho imparato ad ascoltare per ottenere la saggezza di sapere che cosa fare – e la forza di farlo!
L’Undicesimo Passo mi conduce alla riscoperta della mia parte spirituale che, soffocata dal terribile sovrapporsi di varie emergenze, ora tende prepotentemente a riemergere per dare luce al mio essere. Oggi voglio trovare il tempo per migliorare il mio contatto con il mio Potere Superiore.
12° PASSO: "Avendo avuto, come risultato di questi passi, un risveglio spirituale, abbiamo cercato di trasmettere questo messaggio ad altri e di mettere in pratica questi principi in tutti i campi della nostra vita."
Molte volte qualcuno mi ha detto: “Il tuo tossicodipendente non vive con te da molto tempo. Perché frequenti ancora Familiari Anonimi?”
Mi è facile rispondere. Quando venni alla mia prima riunione in F.A. mi sentivo senza speranza e completamente sola. Quando terminò la riunione mi resi conto che ero tra persone che avevano il mio stesso problema ma esse erano unite, serene, comprensive e desiderose di aiutarmi!
Capii che non ero sola. Le storie che venivano condivise erano le stesse, soltanto i nomi erano diversi. Mi sentii più forte e parte di un gruppo.
Chi sarebbe stato lì per me se tutti coloro il cui tossicodipendente era in recupero o si era trasferito fuori di casa, avessero smesso di frequentare le riunioni? Qualcuno era là ad accogliermi quando ne avevo bisogno. Io sarò là quando qualcun altro avrà bisogno del Gruppo.
Voglio trasmettere questo messaggio di speranza, lasciando ad ognuno la dignità di riceverlo o di rifiutarlo.